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L’Apostolo Paolo ha esortato il giovane Timoteo a rimanere ad Efeso per prendersi cura della Chiesa che era sorta in quella città; principalmente il suo incarico consisteva nel fatto che avrebbe dovuto ordinare a certuni di non insegnare dottrine diverse da quelle che oggi noi leggiamo sono scritte nella Bibbia, che ci hanno trasmesso Gesù Cristo e gli Apostoli.
Paolo gli diede al giovane sicuramente delle istruzioni a voce di persone di tutto ciò che avrebbe dovuto insegnare e praticare in quella Chiesa, ed oltre a ciò, gli ha inviato anche delle istruzioni mediante due epistole, ispirate dallo Spirito santo, le quali a giusta ragione fanno parte del canone biblico.
Tra le varie istruzioni, a riguardo della donna cristiana, il Dottore dei Gentili ha scritto queste parole:
«Similmente che le donne si adornino d'abito convenevole, con verecondia e modestia: non di trecce e d'oro o di perle o di vesti sontuose, ma d'opere buone, come s'addice a donne che fanno professione di pietà.
La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. Poiché non permetto alla donna d'insegnare, né d'usare autorità sul marito, ma stia in silenzio.
Perché Adamo fu formato il primo, e poi Eva; e Adamo non fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione;
nondimeno sarà salvata partorendo figliuoli, se persevererà nella fede, nell'amore e nella santificazione con modestia.» (1 Tim. 2:9-15)
Le parole riportate iniziano con la parola ‘similmente’, e ciò vuol dire che, come Timoteo doveva insegnare il modo di comportarsi agli uomini cristiani, dei quali Paolo scrisse poco prima, allo stesso modo ha poi scritto come la donna cristiana deve comportarsi.
Fare ‘professione di pietà’ significa mostrarsi e dichiararsi veri cristiani, i quali non solo devono partecipare ad un certo tipo di culto evangelico cristiano, ma devono manifestare una reale sottomissione alla volontà di Dio, ed avere un cuore pieno di buoni sentimenti ed una buona coscienza; devono poi avere anche una condotta esteriore che si addice ai veri cristiani, i quali devono tenere in mezzo al mondo. Il cambiamento interiore che ricevono mediante la nuova nascita i peccatori che vengono salvati, essendo perciò divenuti una nuova creatura spirituale, tale esperienza interiore deve anche esternarsi con la manifestazione di una buona condotta, con la santificazione interiore ed esteriore, e nel compiere tutte le opere che Iddio mette davanti ai suoi figlioli, affinché le pratichino (cfr. Efes. 2:10). In quella professione di pietà, nel professare appunto di essere veramente dei cristiani, rientra anche l’adornamento delle donne, come esse si vestono, come tengono i propri capelli, e tutto ciò che ruota attorno all’adornamento esteriore.
L’Apostolo Paolo dice chiaramente a Timoteo che doveva insegnare alle donne cristiane che esse si dovevano vestire con abiti convenevoli in riferimento alla professione di pietà testimoniando con ciò di essere diventate cristiane, quindi non potevano andare in giro scollate, o vestite da uomo; dai loro vestiti dovevano testimoniare la loro santità ed il senso del pudore (verecondia), come neppure dovevano mettersi vestiti troppo appariscenti, costosi che attirano l’attenzione e l’invidia delle altre donne (modestia). Non dovevano mettersi addosso dei gioielli preziosi, ma dovevano concentrarsi in modo particolare nel compiere tutte le buone opere che Iddio richiede loro di compiere.
Per farvi capire meglio ciò che vi sto dicendo con un esempio, che riguarda l’esteriore di una donna, una prostituta si vestirà per fare la sua professione, un avvocato si veste in modo da fare la sua professione, un operaio avrà il suo vestito tipico di lavoro, ed anche una donna cristiana deve vestirsi, atteggiarsi e compiere le opere della professione di pietà e testimoniare così di appartenere a Cristo, essendo appunto una figliola di Dio fa professione di appartenere a Cristo Gesù. Una donna cristiana che non fa trasparire dal suo modo di vestire la santità, il pudore, la riservatezza, l’equilibrio mentale e sentimentale, ma fa trasparire un modo di essere, di fare e di vestire che fa leva sui desideri carnali degli uomini, capite bene che non sta facendo professione di pietà, non fa professione di essere cristiana, e ciò scandalizza sia i fratelli e sorelle della Chiesa, sia quelli del mondo, perché li induce a peccare e a fare cattivi pensieri.
Certo, mi diranno certe sorelle, come innumerevoli volte ho sentito dire, Iddio guarda al cuore; tuttavia voglio far notare loro, anche se lo sanno bene, gli uomini deboli e carnali guardano al corpo delle donne, guardano a quello che le donne gli offrono da guardare. Non vorrete forse che crediamo che le donne si vestano in maniera provocante non sapendo quello che stanno facendo e ciò che suscitano nella mente degli uomini?
Poi, ancora, una sorella in Cristo che ha il suo cuore puro e santo, non ha difficoltà a considerare e venire incontro ai fratelli e sorelle che sono deboli nella carne ed agire per amore verso di loro in modo da non creare loro occasione di caduta. È dunque per amore verso il prossimo che la donna cristiana si veste in maniera casta, pura e santa.
Se Dio guardasse solo al cuore e si prendesse cura solo di quanto è presente nel nostro cuore, ed è la cosa più importante, questo è vero, non avrebbe dato disposizioni chiare che riguardano come bisogna vestirsi, e ciò è valido sia per gli uomini che per le donne, infatti Iddio ha ordinato i suoi comandamenti perché siano osservati con molta cura, e non siano disprezzati (cfr. Salmo 119:4).
Tanto c’è da dire su tale questione del come atteggiarsi e vestirsi da parte delle donne cristiane, e ciò vale nella stessa maniera anche per gli uomini; infatti, non è che alle donne cristiane diciamo che non devono mettere le minigonne, poi gli uomini vanno in giro con i mini-pantaloni (pantaloncini), e di quei tali credenti insensati ne ho visti così andare anche al culto, ed è stata una vista raccapricciante.
Un’altra cosa molto importante, che crea molta agitazione e contenzione nelle Chiese, è il fatto che Paolo, parlando per lo Spirito santo, ha ordinato che la donna non deve insegnare le dottrine della Bibbia, e non deve neppure usare autorità sul marito, non può parlare con lui con asprezza, durezza per redarguirlo, ammonirlo come si fa con dei bambini che compiono delle marachelle. Certo che sbagliano anche gli uomini, anche i mariti, ma guardate bene a come parlate con loro, e soprattutto non fatelo davanti agli altri, chiarite ogni cosa in privato, con pazienza, con dolcezza, quasi sottovoce, ditegli pure che avreste preferito che certe cose non le facessero e che ne facciano delle altre che sono buone. Una tale donna che parla che si rivolge al marito nella maniera corretta, riceverà sempre rispetto e devozione da parte del marito, cosa che in altro modo non si può conquistare, e ciò porterà inevitabilmente a continui litigi e discussioni sterili. Al marito è demandata la cosa più difficile comunque, non è che può fare quello che vuole, perché deve amare la moglie come Cristo ha amato la Chiesa dando sé stesso in sacrificio per lei, che non è cosa da poco. Quindi, voi mariti, date tutta la vostra vita ed il vostro essere per il bene di vostra moglie, e ve ne troverete bene e Dio vi benedirà grandemente. Ricordatevi che voi avete la responsabilità di come vanno le cose in famiglia, perché siete considerati da Dio il capo della donna (cfr. 1 Cor. 11:3).
Le donne che vogliono insegnare in Chiesa, sono persone arroganti, piene del loro ego, che non disdegnano neppure di usare autorità e sgridare il loro marito e gli uomini in genere, anche davanti ad altre persone, sminuendolo e facendolo sentire malissimo, distruggendo così l’autostima che ha di sé stesso ed anche la stima che i fratelli hanno di lui. Sono convinto che le donne che si atteggiano in un certo modo, che non sono umili e sgridano il marito davanti a tutti, lo fanno appositamente per innalzare sé stesse, convinte così di essere un buon esempio da seguire per le altre donne cristiane, invece sono un cattivo esempio, perché vanno contro la volontà di Dio, così facendo fanno la volontà del Diavolo sobillando anche le altre donne a ribellarsi agli uomini per dichiarare la loro libertà e addirittura superiorità. Tali cose che vi dico non hanno lo scopo di mostrare una superiorità dell’uomo sulla donna, ma soltanto che l’uomo è diverso dalla donna, e che ognuno deve tenere il posto in famiglia e nella Chiesa che Dio gli ha assegnato. Tutto quello che è fuori dalla Parola di Dio, viene dal Maligno.
Perciò, care sorelle nel Signore, considerate bene le parole di Paolo che vi ho riportato sopra, che provengono dallo Spirito santo; in comunità è bene che stiate in silenzio, non fate domande, se ne avete da fare fatele in privato prima a vostro marito, e anche per questo il marito deve studiare le Scritture ed essere in comunione col Signore per poter rispondere alle domande che gli vengono fatte; la stima ed il rispetto devono essere conquistati e tenuti sempre da entrambi, facendo ciascuno il proprio dovere, in maniera conforme alla volontà di Dio. Molte famiglie cristiane sono sofferenti, appunto perché l’uomo non fa quello che deve fare e la donna da parte sua cerca di sopraffare l’uomo e di volerlo controllare in ogni cosa che fa, cosa che non va bene, ma ognuno deve stare al suo posto che Dio gli ha assegnato.
Il perché le cose devono essere fatte in quella maniera, Paolo lo scrive a Timoteo, ed è perché Adamo fu formato il primo, e la donna gli è stata data come ‘aiuto convenevole’, come l’Eterno disse:
«Poi l'Eterno Iddio disse: 'Non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto che gli sia convenevole'.» (Gen. 2:18)
Inoltre non fu Adamo che fu sedotto dal Diavolo per primo, ma la donna, essendo stata sedotta cadde in trasgressione.
Quelli sono i motivi addotti da Paolo a Timoteo affinché imponesse alle donne cristiane che non parlino in comunità. Attenzione però, mi riferisco al parlare vietato, perché c’è anche un parlare che non è vietato, ad esempio la donna può testimoniare, può pregare pubblicamente, può cantare, può profetizzare. Ho dovuto specificare tali cose perché in taluni ambiti delle Chiese evangeliche con il quale ho avuto a che fare, sono andati a finire all’eccesso opposto, vietandole di non fare niente in comunità. E per completare il discorso, vi ricordo anche che la donna può ricevere dal Signore Gesù Cristo il Ministerio di Profeta ed i relativi doni spirituali con i quali Iddio fa conoscere delle rivelazioni ai suoi Profeti.
Dopo aver detto delle cose che la donna non deve fare, Paolo passa poi a ricordare cosa, invece, la donna cristiana deve fare, quali sono le opere più importanti a cui essa si deve dedicare. Alla donna le è richiesto di dedicarsi principalmente a partorire figlioli e ad educarli nelle vie del Signore. Quindi si devono sposare e non impedire mai il concepimento, perché ciò è un peccato grave davanti a Dio (cfr. Gen. 38:9-10; Salmo 127:3). Compiere quell’opera impegna completamente la vita di una donna, non ha quasi tempo per fare altro, quando Iddio le dona diversi figli. Ma ciò va vista come l’opera più importante che la donna ha il dovere di compiere, non lo può fare l’uomo. Ciò va fatto sapendo, comunque, che non è nessuna opera che la salva, così come una donna che è sterile e non può concepire non va in perdizione perché non ha avuto figlioli. Devo specificare anche quelle cose, perché di contenziosi che si attaccano ad ogni filo di lana caprina ne è piena anche la Chiesa.
Quindi, quell’opera di partorire figlioli è la cosa più importante a cui le donne cristiane si devono dedicare, e saranno salvate, però, se perseverano in queste altre cose, che tutti i cristiani devono avere a prescindere dalle opere che compiono, a partire dal momento in cui sono nati di nuovo:
- Devono perseverare nella fede; infatti a nulla giova alle donne che partoriscono molti figli, come fanno le donne mussulmane, per esempio, ma non hanno fede in Dio, perché non sono state salvate per mezzo della fede in Cristo Gesù. Poi ci sono anche donne cristiane che non perseverano nella fede, cioè la loro fede ad un certo punto del loro percorso di vita viene meno, credono solo per un tempo, ed anche quelle non potranno ereditare la vita eterna, neppure se hanno partorito molti figlioli, perché senza fede non si può piacere a Dio (cfr. Ebrei 11:6)e non si può ereditare la vita eterna se non si persevera nella fede sino alla fine (cfr. Matteo 24:13).
- Devono perseverare nell’amore; Dio è amore (cfr. 1 Gov. 4:8), l’Evangelo è il messaggio dell’amore di Dio (cfr. Giov. 3:16), il frutto dello Spirito santo che si manifesta in un credente a partire dal momento in cui Egli viene ad abitare nel cuore dei peccatori che vengono salvati, comincia con la cosa più importante che è ‘l’amore’ (cfr. Gal. 5:22); quindi, ogni cristiano, comprese le donne, che non ha un profondo sentimento di affetto verso i fratelli e verso il prossimo in genere, che si manifesta con il procacciare il bene del prossimo e dei fratelli, non può ereditare la vita eterna; l’amore per forza di cose si deve manifestare nei credenti e, se non si manifesta e si vede loro compiere delle azioni malvage, che si dedicano a fare del male al prossimo e ai fratelli, allora vuol dire che in loro non c’è l’amore di Dio nel cuore, e di quei tali, qualsiasi opera compiano, avverrà che non potranno ereditare la vita eterna. A conferma di ciò, l’Apostolo Giovanni ha scritto queste parole: “Chi non ama non ha conosciuto Iddio; perché Dio è amore” (1 Giov. 4:8) e, ancora: “Se uno dice: Io amo Dio, e odia il suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama il suo fratello che ha veduto, non può amar Dio che non ha veduto. E questo è il comandamento che abbiam da lui: che chi ama Dio ami anche il suo fratello” (1 Giov. 4:20-21).
- Devono perseverare nella santificazione; dal momento in cui si nasce di nuovo, per mezzo della fede in Gesù Cristo si viene santificati, purificati dal peccato; tuttavia, il peccato alberga nella carne di tutti quanti, credenti e non credenti, ed i credenti devono continuamente opporsi e lottare contro il peccato che vuole avere la meglio sull’uomo spirituale che c’è dentro di noi, e qualora si cada, comunque, si deve confessare il proprio peccato e chiedere a Dio che ci purifichi da esso, ed il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato per mezzo della fede in Lui. Ma ci sono in mezzo alla Chiesa, purtroppo, dei tali che non combattono contro il peccato, anzi hanno piacere di farsi vincere e di sguazzare nel fango d’ogni immondizia, non si curano per niente di conoscere ciò che è gradito a Dio e ciò che, invece, gli dispiace; quei tali fanno come meglio credono di fare, provocando scandali ed essendo dei cattivi esempi per il mondo e per i santi. Quelle cose le dico a riguardo dei credenti, perché è in loro che stona quel tipo di comportamento, ciò non vale per i non credenti, in quanto è assodato che gli increduli siano schiavi del peccato e non si possono opporre ad esso, ma non dev’essere così per coloro che dicono di essere credenti, i quali hanno lo Spirito santo dentro di loro che li sostiene e li aiuta a vincere contro il peccato. È necessario, dunque, che tutti i cristiani, comprese le donne cristiane, che si dedichino attentamente a santificarsi, a crescere nella conoscenza della volontà di Dio per poter discernere ciò che è buono da ciò che è peccato; poi devono badare al loro cuore, affinché in esso non alberghino dei sentimenti negativi e malvagi; ed ancora devono mettere in pratica tutte quelle opere che sono gradite a Dio, non devono dedicarsi a praticare il male. A proposito della santificazione, nello scritto agli Ebrei leggiamo queste parole: “Procacciate pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore” (Ebrei 12:14).
Care sorelle nel Signore, vi ho scritto brevemente quelle cose per tenere desta la vostra memoria su certe questioni importanti per il Signore e per tutta la Chiesa, che sono trattati da certi passi della Scrittura, ed è bene che non li trascuriate e non vi affidiate alle parole degli uomini, neppure se si definiscono ‘Pastori’ del gregge, essendo gli uomini tendenzialmente bugiardi, ma dovete imparare a studiare attentamente dalle Scritture, chiedendo a Dio come stanno realmente le cose, ed Egli vi darà conferma e vi benedirà grandemente facendovi conoscere tutta la verità, anche quando non vi piacerà sapere la verità. So bene di aver trattato argomenti che possono far scaturire indignazione ed astio in qualcuno contro di me, ma rispondo loro facendo mie queste parole di Paolo: “Son io dunque divenuto vostro nemico dicendovi la verità?” (Gal. 4:16) ed anche queste parole di Salomone: “Fedeli son le ferite di chi ama; frequenti i baci di chi odia” (Prov. 27:6).
Diletti e fedeli nel Signore, badate dunque a come ascoltate e badate bene a considerare con quale chiave di lettura leggete i passi della Scrittura, se essi sono conformi alla volontà di Dio oppure no, e badate che nessuno vi seduca con vani e manipolatori ragionamenti.
L’amor mio è con tutti voi in Cristo Gesù.
Giuseppe Piredda